La grammatica delle nuvole
Organizzare un immaginario a fumetti
Venerdì 16 Maggio
17:30 - 20:30 (Sala 1)
È un laboratorio mirato ad utilizzare il linguaggio del fumetto come chiave dei meccanismi narrativi e codice di espressività. Un progetto “duttile”, alla ricerca di stimoli e interrelazioni con i partecipanti, seguendo la lezione pedagogica di Gianni Rodari, di Bruno Munari, di Mario Lodi. L’auditorio come un cerchio, il lavoro insieme.
LA TRACCIA:
“Il fumetto nasce bambino”
Un breve excursus seminariale sulla storia del fumetto, quindi dell’immaginario che lega parole e immagini. Collocare il medium nel suo contesto culturale stimola a cimentarsi con la complessità e i criteri di ricerca. I comics nascono sulle pareti rupestri, in cui gli uomini primitivi raccontavano per immagini la vita. Via via, dai geroglifici alla Colonna Traiana, fino alle pagine dei quotidiani di fine Ottocento, dove i primi personaggi di un secolo che nasceva erano tutti bambini. Poi la grande epopea del Novecento: dai supereroi, ai manga, ai personaggi amati da generazioni, comprese le implicazioni sociali e politiche dei comics.
“Vignette come prigione di libertà”
Come si imposta una pagina. Le tecniche, la griglia delle vignette, le inquadrature, il valore della sequenza. Attraverso giochi visivi che aiutino a sintetizzare la spazialità: proporzioni, prospettiva. Le espressioni come specchio dei. Onomatopee, rumori e balloons (nuvolette) come sintesi linguistica, giochi di assonanza.
“La storia di tutti, la storia di ciascuno”
Il circostante come fonte inesauribile di creatività, il cervello collettivo all’opera. È possibile inventarsi una storia insieme, con il docente a fare da demiurgo. Su una lavagna si raccolgono parole e suggestioni dei partecipanti, lanciate a caso. Si darà un ordine al magma, fino ad elaborare una breve storia di senso compiuto, sperimentando la tecnica del ribaltamento, dell’inversione, della metafora, dell’allusione.
Si arriva a una storia concepita collettivamente, fissata in un numero congruo di pagine. A seconda della capacità narrativa o grafica dei partecipanti, magari unendoli in micro team, si provvede alla realizzazione del prodotto, in vari elaborati, dove lo stile e l’attitudine personale si confronta fattivamente con l’esperienza comune.
Tutto questo è propedeutico all’incontro pubblico, parte consustanziale del progetto, dove corsiste e corsisti partecipano alla illustrazione all’ampio auditorio del percorso e delle tavole prodotte.
Conducono

Lorenzo Calza

Giuseppe Berruti
Presenta

Barbara Collevecchio
Iscrizioni in fase di attivazione
Lorenzo Calza: Vive a Genova, dove sceneggia "Julia, le avventure di una criminologa" (Sergio Bonelli Editore) e disegna "She", vignetta al femminile (Il Fatto Quotidiano, Vanityfair.it). È inoltre autore di "La grande madre", episodio della serie “Le Storie” (Sergio Bonelli Editore, 2015) e di "Arkhain", miniserie di fantascienza (Marvel Italia, 2000). Ha pubblicato i romanzi "La commedia è finita" (2009), "Panico" (2013) e "Delitto nel benessere" (2020), oltre ai saggi "Ho imparato a fidarmi di te" (2020) e "La grammatica delle nuvole" (2024). Nel 2019 ha vinto il Premio Coco come miglior sceneggiatore italiano.
Giuseppe Berruti: Vive a Varazze, in Liguria e, accanto al suo percorso di psicologo Analista che ha sviluppato nel corso del tempo da un lato verso la funzione didattica per i giovani allievi, dall’altro all’interno della Associazione partecipa a progetti come quello sulla ricerca in Psicologia Analitica in un paradigma complesso. Accanto a questo percorso ha diretto per molti anni centri crisi e Comunità terapeutiche all’interno del Dipartimento di Salute mentale Asl 2 Savonese sviluppando un modello derivante dalla terapia istituzionale secondo P.C. Racamier. Nel 2017 ha diretto per dieci mesi la REMS DI Genova Pra.
Barbara Collevecchio: Psicologa. Analista in formazione AIPA. Biennio di formazione Aion Bologna. Master disturbi della personalità con Kernberg, Mucci, Gabbard. Seminari diagnostici e supervisione con Jonathan Shedler. Autrice de “ il Male che cura”. Ha lavorato per anni in comunità psichiatrica adolescenziale, studio privato a Roma.