Abstract:
L'abuso, specie in età evolutiva, è un'esperienza traumatica che viola il limite di ciò che può essere psichicamente tollerato, comportando un'alterazione dello sviluppo del Sé. L'unità corpo-psiche, ferita, reagisce erigendo un limite che cerca di sostituire quello violato; una barriera difensiva deputata contemporaneamente ad evitare il ripetersi del trauma e legata all'impossibilità inscritta nel corpo di diventare consapevoli dell'esperienza intollerabile. Lavorare con e sul trauma significa allora anche fare “un'esperienza limite”, restando in bilico, come un equilibrista, sul filo quasi invisibile che separa il rischio dalla possibilità. Attraverso il racconto di una parte dell'esperienza clinica effettuata con una giovane donna, viene sottolineato il contributo che il gioco della sabbia in analisi può offrire al ripristino del limite violato e la centralità della qualità della relazione analitica nel processo di trasformazione.