Titolo : Dal campo analitico al campo archetipico. Dialoghi e trasformazioni nei luoghi della ricerca e della cura.
Autore : Massimiliano Scarpelli, Ferdinando Testa (curatori)
Casa editrice : Liguori
Pagine : 254
Anno : 2021
Se fosse un’immagine : inchiostro che si diffonde nell’acqua
Se fosse una musica : il free jazz di John Coltrane
Per approfondire : “Pandemonium” di Daryl Gregory
Pregevole lavoro di collettanea curato dagli analisti Scarpelli e Testa che colmano finalmente un vuoto pubblicando quello che mi risulta essere il primissimo testo interamente dedicato al concetto di “campo archetipico” e costruendo quindi il primo ponte tra la nozione di campo analitico e il mondo della psicologia analitica.
Mi riferivo ad un colpevole vuoto in quanto il concetto di campo analitico, innovativo, contemporaneo, aperto alle epistemologie neuroscientifiche e comportamentali è un luogo fecondo per gli analisti junghiani, uno spazio aperto ma delimitato dove le cose accadono e possono essere viste anche da prospettive mitologiche e quindi archetipiche.
Di estremo interesse i saggi che si incentrano sulla clinica, dove gli aspetti inconsci di tipo somatico nel trattamento degli stati limite impongono una riflessione sugli scambi che avvengono nel campo della stanza di analisi così come le riflessioni teoriche ed epistemologiche nel confronto con la metapsicologia lacaniana, che risuona spesso così tanto con quella psicologico-analitica nei suoi elementi strutturalisti. Da riportare anche l’estrema attenzione dedicata agli aspetti gruppali nello sviluppo del campo, uno spazio particolare che permette l’osservazione di fenomeni esemplari nella comprensione delle esperienze relazionali in questo tipo di teoresi.
In quello spazio così fluido e così imprevedibile che è lo spazio analitico, accadono e prendono vita cose, così ben descritte, persino nella forma della scrittura, da Jung in Mysterium Coniuctionis; è effettivamente il momento che anche nell’ambito della psicologia analitica si rimanga sempre bene in ascolto, oltre che alla traslazione, all’incontro alchemico, alla funzione Anima, alla cura dell’immaginale, anche di tutte le presenze che abitano quello spazio, sedute accanto, alla coppia analitica. La comunicazione inconscio-inconscio, e il suo ascolto, è alla base di una buona analisi così come il vedere i movimenti mitici che abitano le istanze soggettive in questo spazio-campo; questo testo è esso stesso strutturato un po’ come un campo dove si muovono come con un prisma le diverse visioni di pareti, luci, pavimenti, aperture. Leggendo di seguito i saggi troviamo risonanze, ritorni improvvisi, aperture teoriche, si segue la strada e non ci si perde sostenendo un certo grado di insaturazione sul proprio sapere. Ci sono storie cliniche e immagini; non è facile maneggiare con la scrittura il tema del campo analitico ma questa metanarrazione degli autori coinvolti ha permesso la trasmissione dell’esperienza.