Titolo : Musica e psiche

Autore : Augusto Romano

Casa editrice : Raffaello Cortina Editore

Pagine : 189

Anno : 2021

Se fosse un’immagine : i mosaici colorati di Antoni Gaudì

Se fosse una musica : la sinfonia “Resurrezione” di Mahler

Per approfondire : “Madame Pylinska e il segreto di Chopin”, Eric-Emmanuel Schmitt, edizioni E/O, 2020

E’ davvero una proposta complessa e interessante quella che ci propone l’autore, ci sono tantissime strade e ispirazioni nel viaggio che ci propone Augusto Romano. Un viaggio ricco di suggestioni tra musica, letteratura, poesia e storia. Il mondo di questo libro è popolato da centinaia di artisti che rendono viva e piena la lettura.

Le riflessioni sull’esperienza fenomenica musicale che attraversano l’intero testo sono particolarmente nutritive e aprono dubbi continui sulla naturalità dell’ascolto e di quanto spesso sia data per scontata.  E’ davvero difficile fra tutti i sentieri proposti scegliere alcuni elementi musicali, forse alcune pagine riguardanti Glenn Gould e Thomas Bernardt, centrali nel testo, racchiudono molto della visione dell’autore. L’annullamento del pianista canadese come soggettività, il problema della trascendenza musicale nella quale impattano i due “soccombenti” del romanzo di Bernhardt pure essendo temi molto impegnativi alla lettura aprono a intense riflessioni filosofiche.

Credo tuttavia che lo spunto più interessante rimanga quello dell’esperienza musicale come vissuto pre-linguistico. Nel racconto di un sogno clinico, dove la domanda d’esame che veniva posta al sognatore era rispetto ad una musica e non ad un argomento di studio come lui si aspettava ci rimanda alla dimensione affettiva ed emozionale della musica. In questo caso, l’inconscio avrebbe qualcosa da dire su un’esperienza che non può essere fermata e che coinvolge il corpo.  Le onde sonore arriveranno in ogni caso e produrranno una risposta emotiva, soggetto volente o nolente, al di là di ogni intellettualizzazione successiva. Il libro è importante e consigliabile proprio perché pone il focus su questa esperienza; la musica come l’analisi è un cosa molto pericolosa perché ha a che vedere con affetti profondi, financo violenti; può essere Debussy, un sirtaki greco, un accordo dei Deep Purple, capaci di evocare un onda salata, una stanchezza improvvisa, una memoria piena di oblio. Che poi arriva sul corpo.

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