Abstract:
Osservatore e facilitatore attento della naturale propensione all’immaginare, il gioco della sabbia in analisi si offre alle mani di chi lo accoglie all’interno dell’esperienza condivisa tra paziente e analista, come un ulteriore e prezioso modo per raccontare e raccontarsi. Ri-aprire nell’intersoggettività della relazione analitica il dialogo con il senso proprio e con il proprio appartenere alla collettività. In questo nostro tempo , caratterizzato sempre più vistosamente dalla difficoltà di immaginare la vita e la possibilità di avere un futuro, le memorie di persone e culture diverse sembrano facilmente destinate a perdersi o scontrarsi violentemente. Nel capitolo viene proposto uno sguardo aperto e vederle anche quali preziose occasioni per ri-pensare e ri-pensarci, al fine di favorire trasformazioni necessarie per tutti. Due vignette cliniche mostrano quanto sia importante nel lavoro terapeutico considerare anche l’intreccio tra le memorie individuali e quelle storico-collettive per riprendere a “fare anima”.