Abstract:
Viene descritto il complesso caso di una giovane donna con un grave disturbo affettivo delle prime relazioni oggettuali, incorsa nella sua storia in diverse situazioni di abuso e ammalatasi nel ’93 di sclerosi multipla. La ferita emotiva e quella fisica si intrecciano alla ricerca di una possibile soluzione che dia tregua ad un’angoscia che “uccide la vita”, attivando in realtà continuamente un circuito che alimenta la morte invece della possibilità di esistere. Intrecciando aspetti teorici e clinici nel racconto è possibile cogliere come il percorso analitico con il gioco della sabbia, dove materia e simbolo convivono nella sabbiera, possa contribuire a facilitare la possibilità che si attivi quel complesso e delicatissimo equilibrio di cui è fatta la complementarietà, dando finalmente spazio ad un’altra possibilità rispetto al cortocircuito narrato dai sintomi.