Abstract:
L'isolamento sociale imposto durante il primo lockdown ha comportato una serie di ridefinizioni repentine del nostro modo di vivere e di lavorare, che hanno coinvolto anche il setting del lavoro psicoterapeutico: per continuare a svolgere le psicoterapie si doveva venire a patti con una modalità che modificava significativamente l’abituale campo relazionale, ovvero le sedute online. Grazie a una reminiscenza del gioco infantile, quando il “come se” della metafora domina la scena, l’Autrice ha potuto accedere al “gioco della seduta”, non alla finzione o al surrogato della seduta, e questo ha permesso all’analista e al paziente di “giocare”, uscendo dal blocco emotivo e dalla sospensione psichica determinati dal trauma pandemico.